IL FESTIVAL
“Profondo Umano Festival” nasce come un contenitore di ogni emozione, pensiero, parola e azione che strutturano e permeano l’uomo, rendendo ciascuno di noi unico e al tempo stesso profondamente affine a ogni altro, in ogni tempo e in ogni luogo del nostro esistere.
La prima edizione di “Profondo Umano Festival” si è tenuta ad Alba dal 18 al 30 settembre con il titolo “Errare è umano?”
Abbiamo trattato dell’errore e dell’errare, con riferimento ad alcuni dei molteplici ambiti in cui spazia il nostro mondo - sociale, politico, scientifico, filosofico, teologico, psichico – con l’aiuto di ospiti che ci hanno accompagnato nel cammino: Vito Mancuso, Antonietta Potente, Enzo Bianchi ed Elena Cattaneo per gli incontri a tema, Luciano Fico con il laboratorio teatrale interattivo dall’accattivante titolo "Tutti pazzi per la vita. Serata fuori posto per sguardi eccentrici e cuori erranti...” e la libreria “Paesi Tuoi” di La Morra con la camminata letteraria pomeridiana.
Inoltre per esplorare nuovi percorsi di approfondimento del tema è stato presentato "Flow time", installazione artistica, per riflettere sulle strategie di resilienza che siamo chiamati a mettere in atto per difenderci dalla costante predazione di tempo messa in atto dall’attuale sistema sociale economico-politico e per generare, negli attori-spettatori di questa esperienza, uno sguardo più profondo sugli aspetti critici del progresso tecnologico.
Lo scorso anno si è arrivati finalmente ad appuntamenti in presenza, con qualche pillola distribuita sui social media: dando voce e spazio al Profondo bisogno Umano d'incontro e confronto e al contempo di spazio solitario per la riflessione.
EDIZIONE 2022
Abitare poeticamente il mondo
Parlare di poesia potrebbe apparire anacronistico o inessenziale.
Forse, però, il turbamento e l’instabilità onnipresenti nelle nostre vite sono connessi a una perduta capacità di vivere in armonia – poeticamente, appunto – lo spazio di realtà che ci è dato abitare nel quotidiano.
Perché la poesia è soprattutto un modo differente di stare al mondo, più consapevole, maturo, pacifico.
Può valer la pena allora mettere le mani in pasta nel profondo abisso che ci rende umani: il luogo della nostra interiorità è il luogo della vera salvezza, che si ottiene soltanto con uno scavo autentico e radicale, imparando a fermarsi e a meditare.
Solo cominciando ad aver cura di noi stessi potremo sperare di riuscire ad avere cura degli altri e del pianeta, affinché a ogni creatura sia ridato valore e diritto a una vita felice, a un nome e a un’inviolabile identità.
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